Una data unica per ogni piccola e grande città e per ogni regione italiana: Confcommercio e Confesercenti vorrebbero che i prossimi saldi iniziassero nello stesso giorno ovunque.Un passo che potrebbe segnare l'inizio di un cammino verso una nuova regolamentazione delle vendite a prezzi scontati, che nel nostro Paese possono essere fatte solo in certi periodi dell'anno, a differenza di quello che succede in altri mercati, a partire naturalmente dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, dove infatti (si veda Il Sole 24 Ore del 26 ottobre) alcuni grandi magazzini hanno deciso di fronteggiare la crisi con saldi prenatalizi, una misura che nei giorni scorsi è stata chiesta da Codacons e da altre associazioni dei consumatori.
«Non pensiamo che quella inglese sia la strada giusta per affrontare il calo dei consumi – spiega però Renato Borghi, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Federmoda, l'associazione che riunisce i negozi di abbigliamento e accessori –. Le ragioni sono due: la prima è che i momenti di crisi sono pessimi consiglieri, come la fretta. Non è adesso che si devono prendere decisioni che sulla carta possono avere un effetto positivo a breve, ma che presentano molti lati negativi. Non per nulla si parla di liberalizzazione da anni, ma non ci si è ancora arrivati. Il secondo motivo per il quale mi sento di escludere saldi prenatalizi è che per i negozianti potrebbero essere il colpo di grazia. Comprendiamo le difficoltà dei consumatori, ma la crisi riguarda tutti e i negozi non possono vendere a prezzi scontati ciò che hanno appena finito di pagare ai loro fornitori a prezzo pieno. In questo momento c'è bisogno di chiudere i bilanci con buoni margini, più ancora che con buoni ricavi».
Borghi e Confcommercio ribadiscono però la piena disponibilità ad aprire un confronto sulle regole alla base dei saldi, a partire però da quelli del 2009. «Non siamo contrari alle liberalizzazioni, ma pensiamo che debbano essere governate; deregulation non può voler dire che ognuno fa quello che gli pare. In fondo, a livello globale, la crisi che stiamo vivendo ci insegna anche questo».
È d'accordo sull'unificazione delle date Mauro Bussoni, vicedirettore generale di Confesercenti: «La chiediamo da molto tempo e speriamo che si riesca ad ottenerla in tempi ragionevoli». Alle ipotesi di liberalizzazione, Confesercenti preferisce quella di aiutare i consumatori con consigli pratici: «Stiamo preparando un vero e proprio vademecum, che aiuti a orientarsi in ogni momento dell'anno verso i prodotti più convenienti – aggiunge Bussoni –. È ovvio però che ci occupiamo soprattutto di alimentari, che sono le spese non procrastinabili, al contrario forse di quelle per vestirsi». Per incoraggiare i consumi di abbigliamento c'è poi la proposta di Sistema moda Italia, che la settimana scorsa ha avanzato un programma di politiche economiche che prevede la "rottamazione" degli abiti: i consumatori potrebbero ottenere un buono da spendere in nuovi prodotti, magari prima ancora dei saldi.
Un timido segnale di ottimismo viene dall'Istat: i dati sulle retribuzione contrattuali orarie di settembre indicano un aumento del 4,1% rispetto al settembre 2007 e dello 0,1% rispetto ad agosto.
